sabato 13 dicembre 2014

Stand by

Pillola numero 1. Colazione. Pillole numero 2, 3 e 4. Giornata. Fine giornata. Cena. Pillola numero 5.
Nuovo giorno, nuove notizie di gravidanze altrui.
Prima pillola, colazione, altre tre pillole, giornata, fine giornata, cena, ultima pillola.
Operazione, controllo post operatorio, rapporti protetti, analisi, analisi, analisi.
Sveglia, una pillola. Colazione, tre pillole. Lavoro, giornata, fine giornata, cena, ancora una pillola.
Chissà se tutto questo avrà un senso, alla fine della fiera.

venerdì 10 ottobre 2014

Ciao piccoli miei

Ciao piccoli miei.

Si sta bene lassù, sulle nuvole? Ormai sono passati molti mesi da quando ci siamo separati. Il tempo scorre, ora lento, ora veloce. E lassù da voi, com'è? Esiste il tempo? No, probabilmente no.

La vostra mamma sta tentando con tutte le sue forze di continuare a vivere. Per voi, amori miei. Per voi che non avete potuto farlo. Appena potrò, vi darò un fratellino. Vi prometto che mi impegnerò al massimo per essere una buona mamma, per dare al bambino che verrà tutto l'amore che avrei dato anche a voi. Ma voi, lassù, guardateci le spalle, d'accordo?

A volte cerco di parlare di voi con papà, ma gli fa male ricordare. Gli fa male perché nemmeno lui si è abituato alla vostra assenza, anche se cerca di non darlo a vedere, per me. Lui è la mia roccia, anche quando non me ne accorgo. Anche quando sono arrabbiata con lui e gliene dico di tutti i colori. Ma lui vi ama esattamente come me. E vi pensa, anche quando non me lo dice. Lo so.

Non vi dimenticheremo mai piccoli, sarete sempre i nostri primi figli. Sempre. E noi saremo sempre i vostri genitori. Un giorno ci riuniremo, di questo sono assolutamente certa.

Ciao amori miei, è tempo di lasciar andare il dolore, e andare avanti.

lunedì 30 giugno 2014

Per te, piccolino mio

Per te, che sei arrivato come un fulmine dopo il dolore del primo aborto. Per te, che credevo saresti stato la mia rivincita, ma che mi hai lasciata ancora prima del tuo fratellino che ti aveva preceduto. Per te, amore mio. Per non dimenticare che anche se il tuo piccolo cuoricino non ha mai battuto, tu sei esistito. Sei esistito dentro di me.

UN FILO DI SETA NEGLI ABISSI

Elisa

Io, se solo sapessi cos'è,
cosa c'è dietro a quell'ombra,
a quella paura
che ti fa cambiare faccia
e fa dire quello che non si pensa.

Dove si è rotto il filo di seta che ci univa e scendeva giù, giù, giù, giù negli abissi e dall'universo scendeva giù, giù, giù, giù negli abissi e andrò a cercarlo adesso.

Io, se solo sapessi dov'è,
dove ho perso la mia pazienza
e lasciato la speranza
per trovare indifferenza, freddo e apparenza.

Dove si è rotto il filo di seta che ci univa e scendeva giù, giù, giù, giù negli abissi e dall'universo scendeva giù, giù, giù, giù negli abissi e andrò a cercarlo adesso.

Come, non so se ho capito bene
tu non vuoi venire a cercare insieme
a cercare insieme, insieme, insieme.

Dove si è rotto il filo di seta che ci univa e scendeva giù, giù, giù, giù negli abissi e dall'universo scendeva giù, giù, giù, giù negli abissi e dall'universo scendeva giù, giù, giù, giù negli abissi e dall'universo scendeva giù, giù, giù, giù negli abissi e vado a cercarlo adesso.

Io, se solo sapessi dov'è,
dove ho perso tutto il coraggio,
la grazia che ho imparato,
l'amore che avevo dentro.

Dove si è rotto il filo di seta che ci univa e scendeva giù, giù, giù, giù negli abissi e dall'universo scendeva giù, giù, giù, giù negli abissi e vado a cercarlo
senza paura.

giovedì 26 giugno 2014

Storta

Irrimediabilmente storta come un quadro di Picasso. Finita la primavera, l'estate ha preso il suo posto, tentando di farsi strada tra nuvoloni, afa e grandinate fuori stagione.

E io mi sento sempre più storta, sempre più sbagliata. Che c'è che non va in me? Sarà davvero la cultura cattolica che ci infarcisce di sensi di colpa? Sarà vero che giusto e sbagliato non esistono? O sono io che voglio raccontarmela?

Penso cose che non dovrei pensare, voglio cose che non dovrei volere, e il mio inconscio è il solito bastardo. Ho desideri contrastanti tra loro, desideri che non accetto... E non so come accettare. Desideri che non posso, non voglio realizzare. Non ho più vent'anni, è ora di crescere e capirlo.

Non tutto va detto ad alta voce. Non sempre confidarsi è la scelta migliore. Non sempre chi ti vuole bene è pronto ad accettare ogni lato del tuo carattere, anche quelli brutti e scomodi. Sei tu che devi farci i conti.

Sono io che devo fare i conti con me stessa, una buona volta.

sabato 17 maggio 2014

Moonlight sonata for my sons

Beethoven mi accompagna stasera, proprio come tanti anni fa. Ho sempre adorato la sonata al chiaro di luna, è così dolce e malinconica. Vorrei saper suonare il piano per poterla far uscire dalle mie dita.

Questo è il momento più duro della mia vita. Non sono mai, mai stata tanto triste in vita mia. Tanto sull'orlo del baratro come ora. So che c'è di peggio. Ma io mi sento come se scalassi una montagna altissima. Ogni volta che faccio qualche metro verso la cima, qualcuno mi prende a calci e mi ributta ancora più giù.

Sempre più giù... Proprio come le beta che sicuramente in questo momento stanno calando in picchiata verso lo zero, ancora una volta. E insieme a loro anche il mio umore. Mi sto trasformando in una persona che non voglio essere, in una persona che non ero più da tanto tempo.

Solo che ora non posso permettermelo. Non ho più vent'anni. Sono sempre stata forte, ho affrontato un inferno da sola, perché questo non riesco ad affrontarlo?

Non ce la faccio. Non più. Non da sola. Inutile negarlo, è tempo di chiedere aiuto. Altrimenti la cima di quella montagna non la vedrò mai.

venerdì 9 maggio 2014

E poi cadi, ancora e ancora

E poi un altro piccolo ti lascia, senza nemmeno il tempo di farsi conoscere. Senza nemmeno il tempo di arrivare alla prima visita, macchie marroni, corsa al pronto soccorso e una stupida ginecologa che ti dà speranze davanti a un'ecografia con un embrione in ritardo di crescita di ben tre settimane, e senza battito. Quand'è che i medici hanno perso la capacità di essere realisti? Da quando aborto è diventata una parolaccia impronunciabile?

E così ho avuto un altro aborto. Nemmeno tu, piccolino, ce l'hai fatta. Le mie speranze di diventare mamma iniziano a vacillare, anche se non lo ammetto. Fuori mi mostro forte, sicura che ce la farò. Ma ho tanta, tantissima paura di cadere lungo la strada, di non trovare mai una soluzione a tutto questo, al perché le mie gravidanze finiscano prima del tempo.

E ho voglia di uccidere tutti quelli che mi dicono che succede perché sono troppo nervosa, negativa o chissà che altro. Come se mi procurassi gli aborti con la forza del pensiero, per la miseria. Come se fosse colpa mia.

Ma perché doveva succedermi tutto questo?

martedì 15 aprile 2014

Come si cambia (per non morire)

Gli uccellini cinguettano, c'è il sole e oggi ho l'intera giornata per me, niente lavoro oggi. Che ogni tanto c'è anche bisogno di fermarsi.

E tu, tu... Sei là nella mia pancia che cresci ignaro di tutto. Ok, prima o poi dovevo farlo. Iniziare a fare i conti con il fatto che ci sei.

Volevo chiederti perdono. Scusami se fatico a legarmi all'idea che tu ci sia, scusami se a volte dimentico totalmente di essere incinta.  

Incinta...

Sembra quasi una parola magica. Incinta? Chi, io? Sai piccolo, la mia mente quasi rifiuta l'idea che il mucchietto di cellule che crescono nella mia pancia diventerà il mio bambino adorato, la mia mente è stanca di soffrire, e mi protegge. Avevi un piccolo fratellino che ha smesso di crescere nella mia pancia, lasciandomi con un dolore che non avrei mai creduto potesse essere così forte. Per questo ora ho il terrore di legarmi a te, perché non voglio soffrire ancora così tanto.

Ma tu, tu sei più forte di tutto, vero? Tu non andrai via come il tuo fratellino sfortunato, tu continuerai a crescere nella mia pancia, entrerai prepotentemente nella mia vita prendendomi a calci, uscirai dalla mia pancia solo quando sarai pronto a conoscermi.

La mente cerca con tutte le sue forze di dimenticare che ci sei, di proteggermi, di fare in modo che non mi leghi a te.

Ma la verità è che ti amo già, piccolo. Non posso farne a meno, è un amore troppo potente per essere fermato.

(non lasciarmi anche tu, ti prego, ti prego...)

martedì 18 marzo 2014

Maledetta primavera

Quest'anno la primavera sta arrivando in anticipo, i prati sono in fiore, il sole splende alto nel cielo e le giornate diventano sempre più tiepide.

E io? Che fine ho fatto io, dopo questo lungo e schifoso inverno?

Anch'io sento la primavera, metto foglie che non c'erano, tendo i rami al sole. Ma temo di aver ricevuto il concime sbagliato, i miei rami sono storti, deviati. Tendono in una direzione che non mi aspettavo. Chissà se riuscirò mai a crescere dritta, un giorno.

(maledetta, MALEDETTA primavera!!!)

martedì 11 febbraio 2014

Mancanze

Sai piccolo mio, è passato un mese e mezzo da quando ci siamo separati, e la mia vita in qualche modo sta andando avanti. Ho fatto un po' di analisi per capire cosa ti è successo, ma ancora il quadro non è completo, l'ospedale purtroppo tarda molto e questa cosa mi abbatte.

Intanto abbiamo iniziato la ricerca del tuo fratellino, ma non so come va. Ho l'impressione che il mio corpo non faccia più il suo dovere. Sai, è come se mi avessero dato il corpo di un'altra, ma senza libretto di istruzioni.

Eri tu che non potevi sopravvivere amore mio? O la difettosa sono io? Chissà se è stato il mio corpo a farti del male, in qualche modo. Vorrei tanto che arrivassero tutti questi risultati una volta per tutte, che la pazienza non è mai stata una delle mie qualità.

Mi manchi tanto amore.

giovedì 2 gennaio 2014

Non c'è battito

Sai melino mio, adesso lo so. Che tu non leggerai mai queste parole. Che eri lungo meno di quattro centimetri quando il tuo minuscolo cuoricino ha smesso di battere. E poi mi chiedo che senso ha scriverle, scriverti, sapendo che non ci sei.

Il punto è che tu c'eri. Sono tornata a casa dopo che in sala operatoria hanno separato il tuo corpicino dalla mia pancia che ti aveva accolto, e ho sentito la tua assenza. Non avrei mai potuto pensare di amare così tanto qualcuno che nemmeno conoscevo, che non ho potuto stringere a me. Non avrei mai immaginato che si potesse sentire così tanto l'assenza di qualcuno non ancora nato. Tu c'eri. C'eri nelle mie giornate, c'eri quando evitavo di mangiare salame, c'eri quando andavo in piscina e ti dicevo di nuotare piano con me, c'eri quando ti cantavo le canzoncine anche se non potevi ancora sentirmi e ti promettevo che saremmo stati felici insieme.

Forse lo saremo, un giorno. Ovunque tu sia, spero che le mie parole ti raggiungano comunque. Spero che il mio amore ti raggiunga comunque.

Per sempre.

Addio melino mio, o forse arrivederci, è stato bello essere la tua mamma, anche se per così poco.