venerdì 9 maggio 2014

E poi cadi, ancora e ancora

E poi un altro piccolo ti lascia, senza nemmeno il tempo di farsi conoscere. Senza nemmeno il tempo di arrivare alla prima visita, macchie marroni, corsa al pronto soccorso e una stupida ginecologa che ti dà speranze davanti a un'ecografia con un embrione in ritardo di crescita di ben tre settimane, e senza battito. Quand'è che i medici hanno perso la capacità di essere realisti? Da quando aborto è diventata una parolaccia impronunciabile?

E così ho avuto un altro aborto. Nemmeno tu, piccolino, ce l'hai fatta. Le mie speranze di diventare mamma iniziano a vacillare, anche se non lo ammetto. Fuori mi mostro forte, sicura che ce la farò. Ma ho tanta, tantissima paura di cadere lungo la strada, di non trovare mai una soluzione a tutto questo, al perché le mie gravidanze finiscano prima del tempo.

E ho voglia di uccidere tutti quelli che mi dicono che succede perché sono troppo nervosa, negativa o chissà che altro. Come se mi procurassi gli aborti con la forza del pensiero, per la miseria. Come se fosse colpa mia.

Ma perché doveva succedermi tutto questo?

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