martedì 26 luglio 2011

Bulimia bloggereccia

E poi ci sono gli attacchi di bulimia bloggereccia, che mi portano a scrivere anche un post dietro l'altro, perché un sistema di pensieri si è chiuso e se n'è aperto subito un altro. Incontinenza verbale, la chiama qualcuno. Ne soffro anch'io, e stasera sono in una fase acuta. Merito delle serate da sola, di facebook deserto (odio facebook ma non posso farne a meno, un po' come tutti, immagino) e di una canzone dei Placebo scelta a caso (improvvisamente mi è venuta voglia di ascoltarli), in una versione che non conoscevo ma che non mi piace molto. La canzone è Song to say goodbye, per la cronaca. Detesto essere criptica, rileggermi a distanza di mesi o anni, e non capire più cosa volevo scrivere.

Credo che quest'inclinazione alla scrittura di stasera sia dovuta al fatto che qualcuno si è preso una serata libera ed è andato a giocare a pallone con gli amici. Ma ha ragione. Dobbiamo recuperare un po' di spazi personali, specialmente ora che stiamo per sposarci (mi sposo davvero, ommioddiocheccavolomièsaltatoinmente). Anche se lui in estate è così... così... vivo. Così pieno di contorni, così concreto, così perfetto, così incredibilmente bello ai miei occhi, che staccarsi da lui diventa sempre più difficile. La sua pelle baciata dal sole ha un sapore così buono, che pensarlo lì senza di me paradossalmente me lo fa piacere ancora di più. Fantasticare su di lui come se fosse uno sconosciuto mi fa capire che possiamo spingerci ancora più in là, che non lo conosco così bene come credo, che lui è un mondo tutto da scoprire. Quel rosso estate che colora le sue guance mi fa restare qui inchiodata al pc a vomitare i pensieri che mi fa venire in mente (non tutti, altrimenti di rosso su questo post ci sarebbe anche il proverbiale bollino) desiderando ardentemente una sua chiamata, desiderando di sentire la sua voce, i suoi commenti al messaggio scemo che gli ho mandato qualche ora fa.

E mentre le note dei Placebo continuano a diffondersi nell'aria (stavolta con Twenty years), mi sa che vinco l'orgoglio e lo chiamo io, che anche se gioco a fare la forte sono sempre la solita donnina innamorata che non può fare a meno di sentirlo.

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