Che poi certe sere escono così. Un bicchierino di prosecco, qualche canestrello. E i vestiti. Organza, raso, seta di ogni genere. Rami di fiori, punti luce. Forse sono solo le bollicine che parlano. Però mi piace farmi trasportare dalle bollicine. Mi rendono loquace. Stasera non so come va, ma le dita vanno da sole. Uscirà una schifezza. Chissà.
Non so nemmeno io cosa voglio scrivere. Mi mancano le parole. Non scrivo mai. Non mi piace. Vorrei avere fiumi di parole, come direbbe qualcuno. So solo che in un buchetto di scantinato, con le mani che mi urtavano il soffitto mentre mi cambiavo, mi sono sentita bella. Per un attimo non ho pensato alla mia faccia che non mi soddisfa mai. Ho accarezzato un ricamo, sollevato una gonna. Sono salita su una nuvola, e scendere mi è dispiaciuto. Cosa sono questi jeans? Non li voglio, sono nata per indossare tutto questo bianco. Tutta questa luce. Nient'altro. Non voglio nient'altro.
Sarà lui? Chissà. Voglio togliermi ogni dubbio, ma poi... Poi tornerò in quello scantinato, a guardarmi nello specchio sul soffitto, e a pensare che sì, sto bene da ogni angolazione, e tutti gli altri per quanto belli sono niente.
Quando il cuore ti indica la strada da percorrere, tutto il resto è niente.
giovedì 27 ottobre 2011
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